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           Il l0 dicembre Fermi riceve a Stoccolma il premio Nobel per la fisica: "Per aver
        dimostrato l'esistenza di nuovi elementi radioattivi prodotti dall'irradiazione median-
        te neutroni e per la scoperta, legata alla precedente, delle reazioni nucleari indotte
        da neutroni lenti". Nella "Nobel Lecture" Fermi menziona l'ipotesi dei transuranici
        -ausonio ed esperio- e cita le ricerche di Otto Hahn e Lise Meitner i quali avrebbero
        identificato elementi fino al numero atomico 96. Ma nel frattempo una incredibile catena
        di avvenimenti si era messa in moto: Otto Hahn, un valente radiochimico, e Fritz Strass-
        mann, esperto di analisi chimiche, avevano individuato la presenza di bario radioattivo
        negli elementi prodotti dal bombardamento con neutroni e il 22 dicembre 1938 inviano
        un articolo alla rivista "Naturwissenschaften" in cui annunciano la scoperta.
           Nelle bozze della "Nobel Lecture", Artificial radioactivity produced by neutron bom-
        bardment [Radioattività artificiale prodotta da bombardamento di neutroni] pubblicate
        nel 1939, Fermi aggiungerà una nota menzionando la scoperta: "È necessario riesami-
        nare tutti i problemi relativi agli elementi transuranici, considerando che molti di loro
        potrebbero rivelarsi i prodotti della fissione dell'uranio".

        1939

           Fermi arriva a New York il 2 gennaio e molto presto viene a conoscenza della sco-
        perta della fissione dell'uranio. L'articolo di Hahn e Strassmann è pubblicato in gennaio
        ma, come ricorda Segrè, "La notizia di queste sensazionali scoperte si diffuse a voce, per
        lettera e per telegramma mentre il lavoro procedeva e prima che fosse stato pubblicato
        qualsiasi risultato". Infatti nel frattempo Hahn era rimasto in contatto epistolare con
        Lise Meitner, anche lei ebrea e appena fuggita dalla Germania in circostanze avventurose.
        Proprio la Meitner lo aveva convinto, ai tempi della scoperta della radioattività indot-
        ta da neutroni, ad approfondire le ricerche riprendendo una collaborazione che risaliva
        ad anni addietro, quando avevano scoperto l'elemento 91, il protoattinio. La lettera di
        Hahn, con le stupefacenti notizie della presenza di bario nei prodotti del bombardamento
        dell'uranio con neutroni, raggiunge la Meitner in vacanza in Svezia insieme a suo nipote
        Otto Frisch, collaboratore di Niels Bohr. I due interpretano correttamente i risultati e
        fanno una stima della quantità di energia liberata nel processo di fissione. Al suo ritor-
        no a Copenhagen, Frisch trova Bohr in partenza per gli Stati Uniti e gli comunica la
        notizia. Quest'ultimo arriva a New York verso la metà di gennaio e in poco tempo la
        notizia si diffonde fino a raggiungere Fermi. All'epoca, Herbert Anderson sta mettendo
        a punto una camera di ionizzazione collegata con un amplificatore lineare per la sua tesi
        sulla diffusione dei neutroni ottenuti con il ciclotrone appena entrato in funzione alla
        Columbia University. Anderson prova subito a bombardare l'uranio con neutroni lenti.
        Ecco quanto racconta lo stesso Anderson: "Vedemmo gli impulsi prodotti dalla fissione
        dell'uranio sullo schermo del mio oscilloscopio a raggi catodici il 25 gennaio 1939". Il
        giorno dopo, nel corso della VI Conferenza di Fisica Teorica tenuta a Washington, Fermi
        avanza l'ipotesi che in una reazione così violenta i nuclei possano emettere neutroni, che,
        a loro volta, sarebbero in grado di provocare una nuova fissione. Una dimostrazione del
        processo. di fissione viene organizzata per i partecipanti al convegno. "Di ritorno alla
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